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Premio Nazionale di Poesia Maranatà
X Edizione

Ultimo aggiornamento: 13 Luglio 2016
Clicca qui per il bando completo del concorso
Risultati

Premio Nazionale Di Poesia “Maranata’


Verbale Della Giuria 2015/2016
La Giuria dell’X Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Maranata” composta da:
Santa Abiusi, Docente in Lingue e Letterature Straniere – Bari (Presidente di Giuria).
Rolando Rizzo, Docente in Teologia, Scrittore, Poeta, Saggista – Firenze
Giuseppe Stragapede, Docente in Teologia, Scrittore, Poeta, Saggista – Alberobello (BA)
Marisa D’Agostino, Docente di Materie Letterarie e Greco, Presso il Liceo “Cagnazzi” di Altamura
Presidente Associazione Culturale Amici della Fondazione “E. Pomarici Santomasi” di Gravina
Giovanni Sangiorgio, Poeta – Gravina in Puglia (BA)
Carmen De Mola , Poetessa, Docente in Italiano e Latino, Presso il Liceo ”Domenico Morea” di Conversano (BA) – Polignano (BA)
Elisa Civardi, Dott.ssa in Scienze dell’Educazione – Civita Castellana (VT)

Ha così deliberato: Per La Sezione A.

  • 1° Rita Muscardin “La tua Voce sui miei Passi” Savona – voti – 59,50
  • 2° Giovanni Caso “I Quattro Cavalieri” Siano (SA) – voti – 59
  • 3° Carmelo Consoli “Nell’Ora Rosata dei Tramonti” Firenze – voti – 58,50
  • 4° Valter Simonini “Metopea Greca” M. di Massa (MS) – voti – 58
  • Premio della Giuria come Poeta Pugliese – Laura Fantasia “Ti Aspetto” Conversano (BA) voti – 52,50

  • Segnalati (In Ordine di Voto)
  • Antonio Villa “Incroci” Formia (LT) – voti – 57
  • Fulvia Marconi “E’ Margherita, Figlia Dell’Alzheimer” Ancona – voti – 56,50
  • Fabiano Braccini “Il Ritorno” Milano – voti – 56,50
  • Vitantonio Boccia “Ti Aspetto, Padre” Terzigno (NA) – voti – 56,50
  • Montanaro Maria Teresa “Maledetta Follia” Canelli (Asti) – voti – 56
  • Adolfo Silveto “Il Filo della Terra” Boscotrecase (NA) – voti 55,75
  • Vito Sorrenti “ I Derelitti” Sesto San Giovanni (MI) – voti – 55,50
  • Gentiletti Luciano “Il Sogno Infranto” Rocca Priora (RM) – voti – 55,50
  • Lenio Vallati “E’ Vita” Gavorrano (GR) – voti – 55,50
  • Cavaliere Nicola “Miracolo di Natale” Contesse – Messina – voti – 55,50
  • Pietro Catalano “Sedici Ottobre” Roma – voti – 55
  • De Martino Caterina “Miseri Cordi” Catania – voti 54,50
  • Lombardo Michelangelo “Se Potessi Leggere” Roma – voti 54,50
  • Mugnano Maria Carmela “Canto di Samir” Roma – voti – 54,50
  • Imperatori Rita “Vola Alta, Parola” Perugia- Ponte San Giovanni (PG) – voti – 54,25
  • Baroni Carla “Di chi son Figlia io, da quale Argilla” Ferrara – voti – 54
  • Franco Fiorini “ Il Vecchio di Vincent” Veroli (FR) – voti 54
  • Gregorin Sergio “Nel Carso (1915)” Turriaco (GO) – voti – 54
  • Gallace Rosy “Persi tra la nebbia del Nord” Rescaldina (MI) – voti – 54
  • Pezzino Rosaria Fausta “Goccia di Luna Settembrina” Siracusa – voti – 53,50
  • Gianpaolo Merciai “Mezzanotte è Passata da un Pezzo” San Marcello Pistoiese (PT) –voti – 53
  • Bizzòzzaro Rosa “Incubo” Caserta – voti – 52,50
  • Gabellone Rosanna “Gli Ulivi” Putignano (BA) – voti – 52,50
  • Lamanna Vincenzo “Se una sera l’aliseo soffiasse sugli embrici ocra..” Centola (SA) – voti – 52,50
  • Spurio Giorgia “Non solo bambini, ma piccolo Messia” Caselle di Maltignano (AP) – voti – 52,50
  • Saponaro Donato “Alla Finestra” Ginosa (TA) – voti – 52,50


Sezione B – Giovani

  • 1° Berardi Elsa “Stanotte” Civita Castellana (VT) – voti – 54,50
  • 2° Barone Lorenzo “Le Lacrime della Fine” Matino (LE) – voti – 53
  • 3° Conese Gianluca “La mia Cameretta” Bari – voti – 51
  • 3° Exaequo – Carla Palma “Eri Bionda Spiga” Conversano (BA) – voti – 51


La Cerimonia di Premiazione avrà luogo il 22 Maggio 2016 alle ore 18 nella Sala Convegni presso il Castello di Conversano (BA)
Segretaria del Premio Presidente di Giuria Responsabile del Premio Silvia Magistà Santa Abiusi Mina Antonelli

Opere vincitrici



La tua voce sui miei passi 1° Classificata Sez. A. (a mio figlio)


No, non saprò mai il colore dei tuoi occhi…
Ti pesa sulle palpebre il silenzio di un sonno lontano
d’altro tempo consacrato a frammenti d’Eterno.
Una culla di onde nel mare azzurro del cielo
e una ninna nanna in sussurri di stelle,
così il mio pensiero ti accarezza lieve
nella malinconia di ombre di questa notte assorta.
Incerto il tuo breve passo sulla soglia del mondo,
restare con noi o risalire nella luce
dilemma ti sorprese mentre indugiavi
sospeso fra un lembo di cielo e le mie braccia
ansiose di custodire il tuo respiro.
Una visita sacrale il tuo viaggio
oltre i confini di un orizzonte sconosciuto,
forse sei venuto per annodare al cuore
il filo invisibile che congiunge gli opposti approdi.
Nell’assenza di parole ho sentito la tua voce come un’eco
che rimbalza da sponde lontane
e il nostro dialogo adesso è una preghiera
sussurrata quando il dolore abita il tempo del tuo silenzio.
Sopravvivere a te è condanna dei miei giorni,
non ci ha concesso il destino memorie di sorrisi e di carezze,
né l’allegria innocente della tua voce a risuonare
per le stanze vuote di questa casa
ormai arresa alla malinconia delle assenze.
Negata a noi anche la feroce tenerezza di un ricordo,
l’illusione di una speranza caduta fra solitudini di stelle.
È senza respiro la mia notte,
uno schianto nel petto il tuo nome urlato
e quell’amore che mi strazia nell’agonia di noi vivi
rimasti a barattare con il dolore un angolo di cielo.
Arida la terra che ancora mi trattiene
e immenso il mare da attraversare
per ricongiungermi a te.
Finché un giorno all’improvviso la tua voce
sarà guida ai miei passi stanchi,
fra le ultime ombre dove indugiano le stelle
e quel bagliore d’aurora a ricamare l’orlo del cielo
quando passerà anche l’ultima notte persa nell’eterno soffio…


Rita Muscardin




I quattro Cavalieri 2° Classificata Sez. A.


Ecco, galoppa il cavallo bianco,
il cavaliere dell’arco annuncia vittoria
– la mafia uccide anche i bambini,
cadono in silenzio, senza un grido.
Deponete le trottole vorticanti di luce,
gettate la zavorra dei sogni, bruciate i quaderni,
snidate la speranza dai cuori.
È alta la luna e i suoi raggi, dolenti e spietati,
feriscono i vostri volti atterriti,
trapassano l’innocenza del cuore.


Ecco, galoppa il cavallo rosso vivo,
il cavaliere con spada colpisce ancora,
– la tempesta morde il barcone, le luci lontane
sono un miraggio, come l’approdo, come la terra
accesa di azzurre candele – e tu che scampasti
all’artiglio del mare, stai ritto sullo scoglio
come un’ombra assonnata.
Tanta luce ti brucia nell’anima.
Hai voglia di varcare una soglia di casa
per aggrapparti a un odore.


Ecco, galoppa il cavallo nero, la bilancia
vacilla nell’aria senza olio né frumento,
– risuona la guerra come una campana stonata,
bruciano pneumatici nei falò delle piazze,
anche i fanciulli hanno imparato a sparare,
le ragazze gettano i girasoli, imbracciano
fucili come arpe generose di canti,
armoniose di morte.
Su, andate. Vi aspetta un angelo, tra i fiori
del campo, nella lacrima del suo assorto dolore.


Ecco, il cavallo verdastro è tremore
di cielo e di terra, galoppa la Morte
– la falce miete impietosa nei villaggi d’Africa,
sulle bocche dei bambini roteano mosche affamate,
la fatica percorre l’argilla delle mani.
L’infanzia non ha respiro nell’oblio
del mondo. E neppure un’ora, neppure un’ora
i fiumi della terra deviano il loro corso
per un sorso di vita, un lavacro pietoso,
né la luna si ferma per un bisbiglio d’amore.


Giovanni Caso




Nell’ora rosata dei tramonti 3° Classificata Sez. A.


Mario, viene l’ora rosata dei tramonti.
Ti sarebbe piaciuta, come quando
di settembre ci vestiva lungo i sentieri
che tagliavano il granturco
e tu vedevi nei ricami delle nuvole
i bagliori della vita, la speranza del domani.
Così andavamo mano nella mano,
ombre d’oro i nostri passi, sfumature
dall’ocra al blu i corpi e le parole,
i gesti persi nelle distese degli ulivi.
Voglio pensarti dove sei ora
chino sui campi ad ascoltare
il fiato sospeso delle foglie, entrare
metro dopo metro nel solco arato della terra
ed io tuo figlio sulle spalle del suo eroe
a bocca aperta ad ascoltare
la favola degli uomini e del cielo.
La verità Mario
è che mi sono mancati troppo presto
i tuoi sorrisi, le tue dita tra i capelli
le risposte ai perché dei dolori e della morte.
Dopo che volato nel giro delle stelle
lasciandomi al mio stupore di bambino
non sai quante croci ho sopportato,
quante persone e cieli interrogato
per questo stare in un calvario di giorni, di città,
smarriti i tornanti del nostro andare lieve
e luminoso, persi il nitore degli orizzonti
tra i cementi, i progetti nel macero dei sogni.
Tutta un’altra vita amara padre mio, sai.
Ma voglio immaginarti ancora tra fili d’erba
e balzi di colline, rivedere noi due avvolti
nel giallo dei covoni, nei silenzi delle piane
in quest’ora rosata dei tramonti,
dolcissima e inquietante.


Carmelo Consoli




Melopea greca 4° Classificata Sez. A.


Giorgos piangeva
al tempo che i navarchi solcavano il mare
e lui restava solo con la luna,
sopra la città alta
la schiena alle colonne altissime del tempio;
stanche, le gambe allungate
reggevano l’elmo squarciato nelle Indie
del figlio caduto nella guerra
fra i caldi profumi d’oriente
che accesero la febbre d’Alessandro.


Giorgos piangeva,
perduto nella piazza dell’acropoli,
la nuca adagiata sul dio sconosciuto; i filosofi, troppo occupati,
non gli vedevano le mani tremare
e risposte non avevano
da mettergli nel grembo sconsolato.

Giorgos adesso piange un altro pianto,
per la sua ellade scomparsa
tra i sassi d’una gloria sgretolata;
piange, la schiena sui vetri della banca,
stanche, le gambe allungate
a reggere le mani annichilite.
Gli pare di sentire Archiloco che canta: “sulla cima delle Giree alto s’alza un nembo,
segno di tempesta.
Ci coglie all’improvviso il terrore…”

Assisi sui nostri riflessi di mondo, restiamo a guardare il pianto di Giorgos per la sua terra persa nel nuovo labirinto di Minosse; la schiena poggiamo sulle nostre case, le gambe distese, a guardare i nembi alti che annunciano tempesta.


Valter Simonini





Ti aspetto Premio Speciale della Giuria Sez.A.


Anche oggi ritorno da Te,
non so come, né il perché.
E´ che ho un gran bisogno
di saper che non è un sogno


questa vita amica e avversaria,
inafferrabile come l´aria,
pronta in un attimo a fuggir via
senza poterne fermare la scia.


Quante cose non riesco a capire:
la gioia di amare, il triste soffrire;
e non ho pace quando penso:
dell’esistenza non v´è un senso.


Solo Tu puoi darmi risposta,
continuo a cercarti senza sosta.
Se esisti, lo voglio capire col cuore
e in altri infonder nuovo vigore.


Mi sono illusa di essere forte,
ma senza di Te, triste è la sorte.
Ero come uno spento cero
e tornerei nel buio più nero.

Tienmi per mano fino alla sponda,
il mio respiro è travolto dall’onda.
Non Ti nascondere, io Ti aspetto,
ho nostalgia di un mondo perfetto.


Al mio risveglio d´aurora in aurora,
la mia vita, tuo dono, colora
di felicità, di pace ed amore
per aiutare chi è nel dolore.


Voglio resister fino alla fine
in quella speranza che non ha confine,
desiderio profondo di eternità
che hai messo nel cuore dell’umanità.


Laura Fantasia



Stanotte 1° Classificata Sez. B.


Stanotte la fiamma che ho dentro arderà,
destino risplendi, vedrai, vagherà,
seduci lo sguardo all’ombra dell’arte,
si posa sull’acqua del limpido Larthe.


Aprite orizzonti, le porte che avete,
calate sui monti, sui colli sedete,
cedete a quei raggi di sole dorato,
salite e scendete nel bosco incantato.


Che fascino, Tinia, di tutto è padrone,
rischiara la vita se non c’è passione,
nasconde la notte, nasconde la vita,
sorridimi, selva, di prati vestita.


Sfogatevi uccelli, cantate più adagio,
osservo le nuvole e sento un presagio:
l’amore è vicino, stanotte, si sa,
la fiamma che ho dentro nel cuore arderà.


Saluta le rive del mare divino,
la fine del giorno più lieto e sereno,
se il mondo ha confini, restare si può,
in fondo ai ricordi, morire, lo so.


Il vento è la forza, lo scoglio più duro,
è dire ti voglio, ti voglio davvero,
tendiamo la mano al coraggio che c’è,
andiamo lontano, stanotte, io e te!


Elsa Berardi




Le lacrime della Fine 2° Classificata Sez. B
(Caporetto, 24 ottobre 1917 ore 05:45)


Dal profondo della terra, sordo, il suo fiato: l’ultimo,
questo ascoltava, inerme, un soldato.
Un respiro ogni volta, piano,
silenzioso, assaporato fino all’ultimo.
In quei lunghissimi brevi istanti,
gli passarono davanti gli anni della sua gioventù,
quando a casa, felice, era con i suoi e
col rumor perseverante delle onde
che si infrangevano stanche sugli scogli.
Ricordava le parole della madre,
l’ultima volta che l’aveva vista.
In quell’istante, portò la mano al cuore,
dove il piombo lo aveva attraversato,
e mise la mano dentro i brandelli della camicia:
una foto, sporca ormai di sangue e forata.
“Mamma … Papà …” La strinse forte al petto
adagiandosi sul letto del terreno quasi a dormire e
sentendo i suoi genitori più vicini che mai.
Era solo. Solo con i palpiti del cuore
in sottofondo a quell’assordante silenzio.
Quanti fratelli in un bagno di sangue inutile?
Quando si muore, si è uguali, uniti, forse.
Amici, nemici, nello stesso sangue, bandiere e divise, insieme.
E’ sbagliata la guerra: è orrore.
Sentiva di non avere altro tempo da vivere,
alzò lo sguardo al cielo stellato e
in un momento, quasi invisibile, non era più qui.
Il suo corpo, nudo di orgoglio, a terra.
Il suo viso, nell’arida e sterile secca terra,
bagnato solo dalle sue lacrime: le lacrime della fine.


Barone Lorenzo




Eri, bionda spiga 3° Classificata Sez. B.


Eri, bionda spiga,
in un campo di grano.
Tormentata da interminabili tempeste,
sotto i riflettori di una vita che
non ti meritava.


In una notte buia e senza stelle
tu, gambo sottile, d’improvviso
venisti sfilato da terra.
Non era ancora
l’ora della mietitura.


La morte ti prese sotto la gola
e con un soffio ti portò con sé.
Ora sarai un ricordo. Dolore dentro me.
Un vuoto impercettibile in quel campo,
un vuoto profondo in questo cuore.


Forse, lentamente, la mia ferita
si richiuderà.
Ma, nella tua madre terra rimarrà
uno squarcio, fin nelle viscere.
Vola ora, bionda spiga.


Carla Palma





La mia cameretta 3° Classificata Sez. B


La mia cameretta …
Un posto che tutti noi abbiamo,
ma la mia e’ un po’ speciale .
Qui mi rifugio dalla realta’,
dalle persone che mi circondano,
dalle discriminazioni,
dai conflitti…
per passare un po’ di tempo con me stesso.
Mi affaccio alla finestra
e…vedo un altro mondo.
Un mondo in cui i diritti vengono violati
e i valori non vengono riconosciuti.
Ma … il mio sguardo
segue gli stormi dei gabbiani
che volteggiano sul mare,
vedo la luna che timida
si affaccia nel cielo,
il sole che ormai stanco
tramonta all’ orizzonte.
E allora… spero che
anche il NOSTRO MONDO tramonti
e che ne sorga uno NUOVO ... uno MIGLIORE.


Conese Gianluca


Risultati di tutte le edizioni del concorso:
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Premio Nazionale di Poesia Maranatà XII Edizione
Premio Nazionale di Poesia Maranatà XI Edizione
Premio Nazionale di Poesia Maranatà X Edizione
Premio Nazionale di Poesia Maranatà IX Edizione
Premio Nazionale di Poesia Maranatà VIII Edizione 2013 /2014
Premio Nazionale di Poesia Maranatà  VII Edizione
Premio Nazionale di Poesia Maranatà VI Edizione
 
 
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